A costo di risultare monotono e ripetitivo, io ero abituato a chiamare un marchio con l'aggettivo "italiano" per definire un prodotto creato, sviluppato e prodotto in Italia, da una ventina di anni a questa parte, noi continuiamo a chiamare un prodotto che ha soltanto piu' il nome che "suona" come italiano, perche' i fondatori con un cognome italiano avevano dato cuore ed anima, lavorando, probabilmente notte e giorno, rischiando soldi e salute per affermarsi, mettendoci anche la passione e l'orgoglio in quello che producevano, mentre da qualche anno non e' piu' cosi', per stare a galla, tutte quelle aziende o hanno chiuso, oppure hanno delocalizzato la loro produzione dove la manopera costa la centesima parte, oppure hanno ceduto il loro marchio o la loro azienda a quelche multinazionale, o, peggio, a qualche fondo di "private equity", guardate cosa e' accaduto nel settore dello sci e degli scarponi da sci, fino ad una trentina di anni fa', c'erano decine e decine di aziende europee, adesso esistono soltano piu' due grandi gruppi mondiali che hanno accorpato tutti i marchi, credo che anche nel settore del ciclismo sia cosi'. In ogni caso, se acquisto un prodotto, specialmente se e' un prodotto non di prima necessita', ma se e' un prodotto per il puro piacere, per divertimento o per giocare, personalmente non andro' piu' cercare un prodotto italiano, oppure europeo, quando questo prodotto di italiano o di europeo non ha piu' niente, tranne il nome, un'etichetta non puo' certo trasmetterti la passione, se non esiste piu' una memoria storica, ma soltanto calcoli di marginalita' da parte di un C.e.o. o di un A.d. che non sa nemmeno che cosa vende l'azienda che dirige, per me possono tenersi tutto.